Area Teatrale Interna
Tutto Ricordare, Tutto Dimenticare
Aggiornamento: 8 feb 2020
Con Alex Nistor e Piera Del Giudice
Ideazione e regia Lello Tedeschi
Con la collaborazione di Piera Del Giudice
Assistenza Noemi Alice Ricco
Con il sostegno di Tiziana Mele, Margherita Notarnicola, Michele Tullo, Manila Violante
Assistenza tecnica e luci Alessandro Catacchio
Produzione Compagnia Sala Prove - Teatro Kismet OperA - Compagnia CasaTeatro

Presentare la nuova produzione della Compagnia della Sala Prove non è un compito semplice per la complessità della messa in scena, carica di immagini, suoni e visioni. Un'esperienza vibrante ed una restituzione forte anche per lo stretto legame che si è creato in scena tra gli attori di dentro e quelli di fuori: Alex ha dimostrato una forte maturità artistica e professionale ponendosi in un rapporto di parità con Piera.
Saranno, quindi, le parole di Lello Tedeschi, regista dello spettacolo, a guidarci nella scoperta della nuova produzione della Compagnia della Sala Prove.
"Ci siamo ispirati a Pinocchio. E in un clima di lucida e tragicomica ironia, abbiamo sovrapposto bagliori delle sue vicende a quelle di un giovane dei nostri tempi, un'apprendista dell'esistenza in cerca di identità e leggerezza in un mondo che riconosce insidioso e incerto. Ad accompagnarlo, in questo apprendistato, una giovane donna, in cui riverbera, come in un sogno, la figura della Fata, che però non ha nulla da insegnare, nè tanto meno vuol farsi madre. Guida complice, semmai specchio su cui far rifrangere desideri, mancanze, speranze, paure. E con cui condividere il bisogno di difendere e custodire gelosamente la propria essenza originaria, per l'uno il legno e per l'altra il sogno.
Eccoli dunque precipitati sulle tavole di un palcoscenico, in cui il legno di cui è fatto Pinocchio e la consistenza di sogno della Fata si tengono insieme affratellati dal divertimento della finzione. Il gioco della rappresentazione prende così il sopravvento sulla morte che forse li ha presi entrambi, o inevitabilmente li prenderà, chissà. E su questa soglia il piacere della scena, tra memoria e oblio, si fa via di fuga dalla ceneri della propria esistenza, tra salvezza e dolore, divertimento e ferita, gioia e malinconia. Certi, citando Antonio Neiwiller, che "ci vuole un altro sguardo per dare senso a ciò che barbaramente muore ogni giorno omologandosi... e come dice il maestro: tutto ricordare, tutto dimenticare".