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  • Immagine del redattoreArea Teatrale Interna

FACCIAMO I FANTASMI: la Sala Prove riapre al pubblico

Ministero della Giustizia – Dipartimento Giustizia Minorile

Istituto Penale per i Minorenni “N. Fornelli” - Bari

Teatri di Bari/Teatro Kismet

Compagnia Casateatro


Sala Prove

teatro dell’I.P.M. “Fornelli” - Bari


mercoledì 23, giovedì 24, venerdì 25 giugno ore 20.30



FACCIAMO I FANTASMI


da I Giganti della Montagna di L. Pirandello

in scena Haisè, Noemi Alice Ricco, Davide Sgamma

ideazione e regia Lello Tedeschi



Nessuno di noi è nel corpo che l'altro ci vede, ma nell'anima che parla chi sa da dove... Facciamo i fantasmi. Tutti quelli che ci passano per la mente... e ce ne lasciamo incantare... E non è più un gioco, ma una realtà meravigliosa, quella in cui viviamo...


L. Pirandello, I giganti della montagna



Nelle parole che Pirandello ha scritto dando voce a Cotrone, il mago della Villa degli Scalognati ne I giganti della montagna, abbiamo incontrato, detenuti e non, il senso del nostro lavoro in Sala Prove. Fino ad averne quasi paura: giochiamo con così tanto gusto e piacere a fare i fantasmi, in sala Prove, che alla fine rischiamo di credere più a questi che a noi, fino a confonderci tra di essi, a smarrirci, a ritrovarci felici ma a volte anche lontani e soli, proprio come gli Scalognati della Villa. Questo lavoro nasce da questo sentimento, quasi una dichiarazione identitaria, in chiave poetica, del nostro fare teatro in un carcere minorile.

Il nucleo artistico della Sala Prove è mobile, composto da attori di fuori e attori di dentro. Introduce di continuo giovani detenuti che incontrano il teatro per la prima volta, mossi da una scintilla di desiderio che nasce anzitutto dalla curiosità e dal bisogno di trascorrere diversamente parte del proprio tempo di detenzione. Dopo qualche tempo qualcuno va, qualcuno resta. Il nucleo si stabilizza per un tempo determinato e si comincia davvero, insieme agli attori di fuori, per un lavoro di scena che è una scoperta imprevedibile, una sorpresa, un incontro che è rigore e fatica ma anche dono inatteso, cosa mai vista né vissuta accolta come uno spiazzamento, accogliendo una diversa visione e possibilità di sé.

In questa condizione il teatro, da spazio di intrattenimento, pare a volte proprio trasformarsi in luogo di manifestazione dei fantasmi evocati da Pirandello, ovvero della nostra “anima che parla chi sa da dove”. Ed è quest’anima che proviamo a restituire agli spettatori, felici dell’incontro ma con un lieve sentimento di solitudine, come se l’eco delle mura dell’Istituto in cui vive il nostro teatro in parte ci divori e ci isoli tutti, fino a crederci davvero un po’ come i fantasmi che abbiamo evocato...


Lello Tedeschi








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